Calo delle nascite, Italia ai minimi storici: nel 2020 oltre 300 mila persone in meno.
E’ come se fosse sparita una città grande quanto Firenze, la causa la diminuzione delle nascite e l’alto numero di morti. Il Governo corre ai ripari: in arrivo l’Assegno unico per famiglie
Viene utilizzata l’espressione “culle vuote” e l’immagine dice già tutto. L’ultima indagine dell’ISTAT è lapidaria: mai così male dal dopoguerra. E’ la fotografia del calo demografico in Italia, che ci dice che con la pandemia nascono molti meno bambini. In realtà il Covid ha peggiorato una tendenza ormai consolidata: il 2020 è stato il dodicesimo anno consecutivo di calo delle nascite e ormai sembra non fare più notizia. Ciò che rappresenta una novità, invece, è il record negativo del saldo tra nati vivi e morti: 384mila persone in meno rispetto all’inizio dell’anno, come se fosse sparita una città grande quanto Firenze.
Minimo storico di nascite
Nemmeno nel 1917, nel pieno della Grande Guerra, si era raggiunta una tale soglia. Lo spiega bene Gian Carlo Blangiardo, il Presidente dell’ISTAT, all’inizio del report “La dinamica demografica durante la pandemia covid-19- anno 2020”: «Nella demografia di questa Italia del 2020 – afferma il Presidente Istat- due sembrano essere i confini simbolici destinati a infrangersi sotto i colpi della pandemia e dei suoi effetti, diretti e indiretti: il margine superiore dei 700 mila morti e il limite inferiore dei 400 mila nati, una soglia mai raggiunta negli oltre 150 anni di Unità Nazionale. Si tratta di due sconfinamenti che, di riflesso, spingerebbero il valore negativo del saldo naturale oltre le 300 mila unità; un risultato che, nella storia del nostro Paese, si era visto unicamente nel 1918». Anno in cui l’Italia era stretta nella morsa della Prima guerra mondiale da un lato e dell’influenza spagnola dall’altro.
I dati Istat
Guardando ai numeri, nel 2020 le nascite sono diminuite del 3,8%: quasi 16mila nati in meno rispetto all’anno precedente. Sono stati iscritti in anagrafe per nascita 404.104 bambini. I decessi in totale ammontano invece a 746.146, il numero più alto mai registrato dal secondo dopoguerra, con un aumento rispetto alla media 2015-2019 di oltre 100mila unità (+15,6%). Dall’inizio della crisi sanitaria (marzo 2020) a fine anno si è osservato un eccesso di morti del 21% rispetto alla media dello stesso periodo dell’ultimo quinquennio. I decessi Covid sono stati quasi 76mila, il 10,2% dei decessi totali a livello medio nazionale (il 70% dell’eccesso complessivo), spiega l’Istat. Il Nord, con il 14,5% sul totale dei morti, registra il maggior peso percentuale, il doppio rispetto al Centro (6,8%) e al Mezzogiorno (5,2%).
Non solo nascite: calano matrimoni e flussi migratori
Anche i matrimoni e le unioni civili celebrate nei comuni italiani nel corso del 2020 registrano un crollo significativo: i matrimoni, già in calo nel 2019, si riducono del 47,5%, attestandosi a 96.687. A diminuire sono soprattutto le cerimonie religiose (-68,1%) ma anche i riti civili registrano una perdita di quasi il 29%. Il report evidenzia anche la forte diminuzione dei movimenti migratori internazionali: -66,3% durante la prima ondata.
Le previsioni per il 2021 non sono rosee
E la situazione non è destinata a migliorare. Gli effetti veri della pandemia sulla (de)natalità deflagreranno solo nel 2021. «E’ verosimile immaginare – continua Blangiardo – che ci siano stati frequenti rinvii nelle scelte riproduttive», ma «se mettiamo in conto il prosieguo degli effetti del rinvio dei concepimenti, destinati a protrarsi nel corso del 2021, si forma la piena convinzione che difficilmente si ci potrà sollevare in tempi brevi dalla soglia dei 400 mila nati toccata nel 2020. In realtà, il timore è che il confine possa ancor più discostarsi, sempre al ribasso, nel bilancio finale del 2021».
L’Assegno unico per famiglie
Intanto, per dare sostegno alle famiglie con figli, è in arrivo l’Assegno Unico. A partire dal 1 luglio, presentando il proprio ISEE, sarà possibile accedere a questa prestazione a sostegno del reddito per le famiglie con figli fino a 21 anni a carico. La misura, introdotta dalla Legge di Bilancio 2021 e che fa parte del Family Act, è diventata Legge nei giorni scorsi. Punta a divenire una misura omnicomprensiva di sostegno, sostituendo i sussidi frammentati esistenti ad oggi: ad esempio il bonus bebè e gli assegni al nucleo familiare. L’assegno consiste in una quota media mensile che va dagli 80 ai 250 euro, e che verrà data a ciascun figlio, dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età (se studente o disoccupato).
“L’assegno unico e universale – ha spiegato la Ministra della Famiglia Elena Bonetti– è un provvedimento che fa parte del Family Act e consiste in una quota che verrà data a ciascun figlio, dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età, mese dopo mese, maggiorato dal terzo figlio e nel caso anche di bambini disabili. E’ per tutti, e la quota dipenderà dal reddito, quindi le famiglie meno abbienti riceveranno di più, e le più ricche avranno solo una quota base”.