Lavoratori stagionali cercasi. Colpa di orari e stipendi o c’è dell’altro?

L’estate 2022 potrebbe rappresentare la ripresa del turismo e del giro d’affari di bar e ristoranti. I ristoratori lamentano mancanza di personale. Secondo Unioncamere e Anpal, mancano all’appello quasi 400mila lavoratori
AAA cercasi personale di sala, camerieri, cuochi, pizzaioli e, più in generale, lavoratori stagionali. In un Paese con un tasso di disoccupazione giovanile tra i più alti d’Europa, con i ragazzi costretti a trasferirsi all’estero per un’opportunità di lavoro, può sembrare un paradosso. Eppure, «Non troviamo più personale» – affermano i ristoratori e i gestori di locali. Una denuncia che si estende a macchia d’olio. Colpa di orari e stipendi o c’è altro?
Le parole di Alessandro Borghese
Il primo ad usare parole dure contro giovani e occupazione è stato il noto cuoco e personaggio televisivo Alessandro Borghese che in un’intervista al Corriere della Sera ha detto: «Sono alla perenne ricerca di collaboratori, ma fatico a trovare nuovi profili, sia per la cucina che per la sala: non posso non pormi delle domande» E poi la stoccata: «I ragazzi, oggi, hanno capito che stare in cucina o in sala non è vivere dentro a un set. Vuoi diventare Alessandro Borghese? Devi lavorare sodo. A me nessuno ha mai regalato nulla. Mi sono spaccato la schiena, io, per questo lavoro che è fatto di sacrifici e abnegazione. Preferiscono tenersi stretto il fine settimana per divertirsi con gli amici. E quando decidono di provarci, lo fanno con l’arroganza di chi si sente arrivato. E la pretesa di ricevere compensi importanti. Da subito. Sarò impopolare, ma non ho alcun problema nel dire che lavorare per imparare non significa essere per forza pagati». Alle parole di Borghese si sono aggiunte quelle di tanti altri chef: da Giancarlo Perbellini a Viviana Varese, da Enrico Bartolini a Davide Oldani. Con l’effetto dirompente di innestare polemiche senza fine. Non un coro unanime però: da una parte chi gli ha dato ragione, dall’altra chi ha trovato la sua uscita fuori luogo e distante dalla realtà.
La provocazione che arriva dalle Isole Eolie
La risposta a Borghese e ai suoi colleghi è arrivata da Lipari, la più grande delle Isole Eolie, che il mattino del 1° maggio si è svegliata con una serie di manifesti provocatori “Cercasi schiavo per la stagione estiva, contratto irregolare o a nero”. L’obiettivo dei cartelli spuntati nell’isola siciliana è stata proprio quella di lanciare una provocazione nero su bianco. Anzi giallo come il colore del manifesto che recita: “Per la stagione estiva 800 euro al mese, 10 ore al giorno, no Tfr. Contratto irregolare o stipendio a nero. Giorno libero? Ah ah!”. E continua: “Gli interessati sono invitati a confrontarsi con i loro colleghi, ad attivare solidarietà, a organizzarsi e a far valere i propri diritti. Buon 1° Maggio”.
I numeri del fenomeno
Insomma, il problema esiste e va analizzato. I numeri, del resto, soprattutto in vista della stagione estiva, sono eloquenti. Le ultime previsioni di Unioncamere e Anpal certificano tra maggio e luglio il fabbisogno di 387.720 mila lavoratori per i servizi di alloggio, ristorazione e turistici in generale (bagnini, addetti alle discoteche, animatori), con un aumento del 64,9% rispetto alla precedente stagione 2021. La difficoltà di reperimento è del 38%, ma la sensazione degli operatori è la situazione potrebbe anche aggravarsi, man mano che si entra in una stagione turistica senza restrizioni e che già nei ponti di aprile e nei weekend di maggio ha fatto segnare in molti posti il tutto esaurito.
Le cause
Il ministro del Turismo Massimo Garavaglia ha dichiarato che all’appello mancano ben 250mila posti di lavoro puntando il dito contro il reddito di cittadinanza. Questo, per il Ministro, incide soprattutto nei casi di rapporti di lavoro temporaneo o stagionale. «C’è chi preferisce fare tre giorni a chiamata e non andare oltre proprio per prenderlo», ha dichiarato. Ha quindi suggerito di «individuare eventuali correttivi del reddito onde attenuarne gli effetti distorsivi nel mercato del lavoro nel settore turistico: non è possibile avere una disoccupazione molto elevata e dall’altra parte mancano 250 mila addetti». I sindacati ribattono dicendo che è colpa dei contratti. A loro dire gli stagionali non vengono pagati il giusto. Il problema sembra però più ampio. L’emergenza pandemica, infatti, ha cambiato la situazione legata alla precarietà di alcuni impieghi, come quello della ristorazione, rimasto a lungo fermo, e tanti giovani hanno preferito puntare su lavori completamente differenti, ma più stabili e sicuri.
Insomma, l’estate 2022 sarà importante per la ripresa del turismo e del giro d’affari di bar e ristoranti. Diverse stime dicono che un terzo della spesa turistica è destinato alla tavola, e va a comporre gran parte di quegli 80 miliardi di giro d’affari che bar e ristoranti muovevano prima della pandemia. Secondo un’indagine Demoskopika (lanciata in Borsa Internazionale del Turismo – Bit), il 2022 dovrebbe registrare 92 milioni di arrivi (+43% sul 2021) e 34 milioni di presenze tra italiani e stranieri (+35%). Non saranno ancora i livelli del 2019, ma, di certo, si tratta di una grande occasione. E in queste condizioni si rischia di non agganciarla, perchè manca manodopera. Un lusso che non possiamo permetterci.